venerdì 7 ottobre 2011

Roccacsecca dei VOlsci(LT),CONTINUA IL RESTAURO DELLA COLLEGIATA DI SANTA MARIA

La chiesa collegiata di Santa Maria Assunta in Cielo, prototipo delle chiese  della Controriforma,  ad aula unica a volta, fiancheggiata da cappelle, sarà oggetto di un ulteriore restauro. I lavori interesseranno due cappelle, quella dell’Annunciazione e quella di S. Lucia.
L’intervento è stato reso possibile grazie ad un finanziamento di circa 140.000 euro stanziato dalla Regione Lazio.”
Ad annunciarlo è l’Assessore alla Cultura Giuseppe Papi.
Dedicata all'Annunciazione, almeno sin dal 1575, la prima cappella presenta un altare medioevale, con due colonnine e capitelli ornati a fogliame stilizzato, reggenti una pietra sovrastante. L’altare risulta in parte ancora coperto dalla muratura di quello seicentesco.
Al di sopra, entro una ricca e sontuosa cornice con colonne lignee dorate, vi è posta una  tela di cm. 180 x 120, che raffigura l’Annunciazione, opera restaurata e depositata presso il Museo Diocesano di Sermoneta. L’opera tornerà in chiesa dopo il restauro della cappella e della cornice monumentale. La tela, realizzata nel 1613,  è opera del pittore ligure Domenico Fiasella, detto il Sarzana,  seguace del Caravaggio. “
Aggiunge l’assessore Papi: “la tela gli fu commissionata da Valerio Massimo per abbellire la chiesa ove da pochi mesi riposava il padre Ascanio Massimo,  morto il 15 luglio del 1613. Nel novembre dello stesso anno dipinse anche la pala d'altare dell’Assunzione.
Sul lato destro della cappella vi è   l’affresco della Visitazione.
Viene descritto l'incontro di Maria con Elisabetta, moglie di Zaccaria, che seppur avanzata negli anni e sterile, per volontà di  Dio, darà alla luce un bambino, che sarà il futuro Giovanni,  detto il Battista. (cm. 119x96)     
Sulla parete opposta, è situato un altro affresco (cm. 114x 94) dove è rappresentata la Sacra Famiglia, con al centro, la Madonna con in braccio Gesù Bambino; ai lati  San Giuseppe ed Anna che poggia, in modo molto familiare, la sua mano sulla spalla della Vergine. Anna, sterile, moglie di Elcana, pregò il Signore per avere un figlio; grazie all’intervento divino diede alla luce Samuele, che vuol dire : ” chiamato dal Signore”. Negli affreschi si vedono evidenti alterazioni cromatiche dovute all’ossidazione dei colori, miscelati con metalli.
Anticamente la  preparazione di alcuni  colori, come il bianco, avveniva attraverso la miscelazione col piombo.
Questa ossidazione ha compromesso la qualità e la leggibilità delle pitture.    Sulla volta della cappella vi è il ciclo della vita di Maria. Si vede, a sinistra, la "Nascita della Madonna" e a destra "La Presentazione di Maria al Tempio".
Sui pilastri d'ingresso alla cappella, sono stati rinvenuti due affreschi di sante martiri e vergini:
-S. Agata, martirizzata sotto Decio nell'anno 251, da Quinziano, pretore della Sicilia, che innamoratosi della giovane siciliana col "voto di rimaner vergine e cristiana", vedendosi respinto, le fece asportare le mammelle, simbolo del suo martirio;
-S. Barbara, cristiana d'Egitto della città di Eliopoli, che per la sua fede fu tenuta prigioniera  e segregata nella torre, torturata  e poi uccisa a coltellate dal padre, che morì poco dopo colpito da una folgore; è protettrice delle polveriere e dell'artiglieria.
I due affreschi precedenti risalgono al XVI secolo;  sin dal 1575 la cappella era dedicata all’Annunciazione come si riscontra nei documenti dell’Archivio Massimo sulla dedicazione delle cappelle.
La seconda cappella oggetto di restauro, è dedicata a Santa Lucia.
Il dipinto su tavola, cm.91 x 50, racchiuso in un bel riquadro ligneo con angelo, realizzato attorno al 1780/85, raffigura una giovanissima Santa Lucia con in mano la palma del martirio ed  il  vassoio sul quale sono posti  gli occhi strappatile nel martirio.
La santa, con tunica azzurra e mantello rosso, porta sulla spalla una fibula d’oro con rubino e perla a goccia.
L'opera dopo il restauro ha evidenziato, sul retro, la firma del pittore che la realizzò :
" J. Camponeschi pinxit romanus".
Giuseppe Camponeschi, romano, si stabilì a Priverno  dove si sposò con Colomba Guarini dalla quale ebbe cinque figli.
Oltre che un buon artigiano fu un  ottimo pittore le cui opere si possono ammirare soprattutto a Priverno e Roccasecca dei Volsci. Una sua opera che si trovava nella sacrestia, raffigurante S. Massimo e S. Crescenzio, è andata persa. La sua pittura risulta piacevole e calda.
Il pittore romano dipinse anche la Madonna di Mezzagosto che analizzeremo in seguito nella descrizione della quarta cappella.
Le decorazioni di stucco della cappella sono molto elaborate, cesellate. Belle le piccole figure, una  canefora ed un atlante,  presenti nello stucco laterale del quadro.  Sull’intradosso della volta vi è raffigurata la colomba dello Spirito Santo, molto deteriorata dall’umidità.
All’esterno della cappella, ai fianchi dell’arco, vi sono due affreschi raffiguranti angeli, di pregevole fattura, risalenti agli inizi del XVI secolo.  La presenza degli angeli è da attribuire alla dedicazione della cappella, anticamente consacrata  al Presepio.”Grande soddisfazione anche del sindaco Barbara Petroni e della giunta comunale, che hanno espresso il loro compiacimento a questo recupero del patrimonio artistico e culturale del paese. L’amministrazione si sta adoperando per restaurare altri gioielli d’arte, che fanno parte del bagaglio culturale dell’intera comunità roccaseccana.